ELENA GERMINIANI

05 Febbraio 2021 | Clarita Ferri

Elena Germiniani
Istruttrice di Atletica della San Paolo Valeggio

NOME: Elena
COGNOME: Germiniani
CLASSE: 1971
RESIDENZA: Salionze
LAVORO: Insegnante di Scienze Motorie e Sportive
CARICA: Istruttrice di Atletica
SPORT: Atletica

Elena Germiniani: insegnante di educazione fisica dal ’96, ex velocista e staffettista. È il suo primo anno nella San Paolo e il suo contributo è già molto prezioso. Una persona squisita, che ci ricorda che essere insegnanti significa seminare e coltivare con passione. Elena definisce il suo percorso come una ‘crescita a doppio senso’, perché, come lei stessa ci ricorda, tutti gli insegnanti sono studenti. In questo ‘ambiente di grande valore’ Elena cerca di trasmettere il suo entusiasmo ai giovani, sia a scuola che in pista: trovare persone come lei, sul proprio cammino, è davvero impagabile.

Elena, hai sempre avuto questa vocazione per l’insegnamento?
“Sì. Dopo un istituto magistrale mi sono iscritta a Scienze Motorie: ho sempre avuto una grande passione per lo sport e l’insegnamento è senza dubbio il filo conduttore del mio percorso. Dopo l’università sono entrata in ruolo come insegnante alla primaria, ma ho mantenuto sempre vivo l’interesse per l’attività fisica tenendo corsi per bambini, adulti e anziani. Ho lavorato vent’anni come maestra. Un paio d’anni fa ho voluto fare un salto: sono passata dalla scuola primaria a quella superiore.”

Qual è stato l’input per la tua carriera sportiva?
“Ho cominciato con l’atletica, coinvolta da Katia: una vera forza della natura, uno di quegli insegnanti che vorresti trovare sul tuo percorso. Se faccio questo mestiere è perché ho avuto modo di trovare persone capaci di trasmettere la propria passione, di valorizzare i miei talenti e di andare oltre i miei limiti. Queste persone sono preziose e auguro a tutti i giovani di trovare – sia sul piano scolastico che sportivo – delle figure di riferimento. Ho praticato atletica alle scuole medie (arrivando, grazie alla guida sapiente di Katia, ad ottenere un terzo posto di squadra ai Campionati Nazionali) e alle superiori; ho giocato molti anni a pallavolo e ora mi dedico al tennis.”

Con che fascia d’età preferisci lavorare?
“Bella domanda. Stare con i bambini mi piace molto, sono sorprendenti! Ma adoro anche i ragazzi: sono stimolanti (delle belle sfide!) e ti mettono a dura prova come adulto… ma possono insegnare moltissimo.”

Credi che gli insegnanti di educazione fisica siano sottovalutati?
“Molti pensano che si tratti solo di andare in palestra e dare in mano una palla ai bambini. Ma non è così. È una disciplina delicata: insegna a conoscere se stessi sia dal punto di vista fisico che mentale, a relazionarsi con gli altri, a sviluppare la propria personalità. Ci occupiamo di sport, salute e benessere. Quelle due ore di attività fisica sono un’occasione per seminare buone pratiche, affinché i ragazzi poi proseguano anche dopo la scuola.”

Cosa cerci di trasmettere ai tuoi alunni?
“La passione è fondamentale. Qualsiasi cosa tu insegni. Servono la curiosità e la capacità di guardare chi abbiamo di fronte (siano bambini, atleti o studenti) per cercare di capire come aiutarli a crescere e tirare fuori il meglio di ognuno. Nello sport nessuno regala niente: ci vogliono impegno e sacrificio per ottenere risultati. Questo è quello che devi essere pronto a fare, se vuoi essere un educatore.”

Come sta procedendo l’esperienza in DAD?
“Abbiamo dovuto trasformare una disciplina pratica in qualcosa di teorico. La riflessione sull’attività motoria è importante, ma è difficile togliere due ore di movimento. Di materiale ce n’è: anatomia, alimentazione, educazione stradale, primo soccorso… ma non sarà mai paragonabile ad una bella lezione in palestra.”

COVID permettendo, sei soddisfatta del tuo primo anno nella nostra polisportiva?
“È stato un anno difficile, ma ho visto persone con tanta buona volontà, un gruppo che ha sempre cercato di darsi una mano per cercare di promuovere lo sport in tutte le sue forme. Vediamo i piccoli che vengono agli allenamenti alla sera con buio, freddo e nebbia… ed è in quel momento che capiamo che stiamo investendo in nostro tempo in qualcosa di veramente utile.”

Come trascorri i momenti liberi dagli impegni scolastici?
“Leggendo, ascoltando musica, guardando film, camminando. E ho fatto diversi viaggi: una delle prime cose che ho fatto nella scuola superiore dove lavoro è stato un viaggio in Irlanda, a Dublino, con gli studenti: un’esperienza davvero fantastica pre-lockdown, nonostante il peso della responsabilità.”

Cos’è per te lo sport in poche parole?
“Una palestra di vita: la gestione della frustrazione, dell’insuccesso, del successo (anche questo va elaborato) … sono tutti scenari che in piccolo ritroviamo sempre nella quotidianità. Senza contare il discorso che muoversi è fondamentale per stare bene. Non si può pensare all’idea di benessere senza agganciarsi all’idea di movimento. E credo che a Valeggio si stia facendo molto in questo senso.”

Qual è il segreto di ogni percorso sportivo?
“Trovare persone che sanno motivarti, darti fiducia e valorizzarti. E tutto risulta più semplice. Un educatore ha una responsabilità enorme. Se lo sai fare bene, puoi fare veramente tanto per il futuro di un ragazzo. La prof di scienze motorie che avevo alle superiori era davvero una bella persona. Anni fa l’ho ritrovata ad un evento sportivo. Si ricordava di me e non ha esitato a dirmi: ‘cosa aspetti a fare il passaggio?’. Ed ecco, ennesima pacca sulla spalla che mi ha spinto a spostarmi verso una situazione lavorativa completamente diversa. Me lo ricorderò sempre. Sono piccole vocine che dobbiamo avere il coraggio di ascoltare con grande apertura mentale.”                              

Clarita Ferri 

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