GIULIA CARLETTI

27 Gennaio 2021 | Clarita Ferri

Giulia Carletti
Istruttrice di atletica della San Paolo Valeggio

NOME: Giulia
COGNOME: Carletti
CLASSE: 1998
RESIDENZA: Valeggio s/M
LAVORO: Studentessa
CARICA: Istruttrice di atletica, Segretaria
SPORT: Atletica

Giulia Carletti. “Ogni riccio un capriccio” non è di sicuro un detto che le si addice. Dietro a un sorriso raggiante e occhioni brillanti si nasconde tanta gentilezza e disponibilità. A 23 anni appena compiuti Giulia è istruttrice di atletica da quasi sei anni ed è all’alba dei suoi giorni da segretaria per la San Paolo. Quest’anno più che mai, questa ragazza rappresenta il futuro della nostra associazione e, con lo sforzo di tutto il team, sta mantenendo vivo il settore dell’atletica, uno dei pochi sport ‘sopravvissuti’ ai vari decreti del 2020. “Lo sport è sempre stata la mia passione: muoversi è il mio stile di vita”. Giulia cerca la praticità nelle cose e desidera lasciare un segno in tutto ciò che fa, ma arricchendosi sempre da ogni esperienza: “In questo ambiente devi trovare il modo di farti valere. Sono sempre stata una persona molto introversa e questo lavoro mi ha aiutato tanto ad aprirmi.”

Giulia, sei una studentessa. Che facoltà hai scelto?
“Sono all’ultimo anno della triennale in Scienze Motorie e mi mancano due esami per laurearmi. Alle superiori ho frequentato l’indirizzo di Relazioni Internazionali presso l’istituto ‘Ettore Bolisani’ di Villafranca, partendo dal presupposto che non avrei mai scelto l’università. Ma dalla quarta è nato questo pensiero e ho deciso di provare ad inseguire un sogno, piuttosto che una strada sicura.”

Questo è stato il tuo primo impiego nel mondo del lavoro?
“In realtà ho fatto diversi tirocini in ufficio, ma mi sono sentita oppressa. L’idea di passare 9 ore al giorno seduta ad una scrivania mi fa soffocare. Ho bisogno di abbinare al mio lavoro anche il movimento. Con l’università ho partecipato a stage presso il centro riabilitativo ‘Atlante’ e la palestra ‘Body Energie’.”

Come procede l’incarico come segretaria neofita per la San Paolo?
“Mi ha aperto gli occhi. Da semplice istruttrice non riuscivo a capire il grande lavoro che c’è sotto. Quando sei dietro alla scrivania di un’associazione sportiva capisci quando può essere complicato un lavoro di questo tipo, con diverse sfaccettature e vari passaggi da seguire per prendere qualsiasi decisione.”

Da quando pratichi atletica?
“Dalla seconda elementare. Ho fatto una breve pausa per provare pallavolo, ma poi sono tornata. Da ieri mi sono iscritta come atleta dopo tre anni di stop. Avevo interrotto la mia carriera per gli studi universitari, ma ho deciso di rimettermi in gioco. L’atletica è il mio grande amore, ma sono attratta da tutto ciò che implica il movimento: arrampicata, equitazione, rafting… sono alla ricerca di nuove esperienze da provare.”

Qual è la tua specialità in questo sport?
“La resistenza non è mai stata la mia specialità. La mia gara è il salto in alto. È qualcosa che ho coltivato nel tempo, non una decisione presa su due piedi. In atletica è importante allenare tutto, senza specializzarsi troppo, finché non si raggiungono livelli alti. La mia fortuna è stato il gruppo della mia annata: c’era una forte amicizia dietro le quinte che non si limitava ai semplici allenamenti, ma continuava anche fuori.”

Il tuo record?
“1.61 m. È stato il record che ho battuto subito dopo la maturità, una grande liberazione. Con quel salto mi sono qualificata per gli italiani, che purtroppo non sono riuscita a disputare a causa degli esami di ammissione all’università.”

Ti piace lavorare con i bambini?
“Assolutamente. I bambini danno una grande soddisfazione. Seguo i gruppi dai 5 agli 8 anni e ci piace pensare ad un ampio avviamento allo sport. Quella che offriamo è una sorta di ‘infarinatura generale’ con cui ognuno può poi scegliere il proprio percorso.”

Hai sempre partecipato ai centri estivi?
“Sì. È una bella attività, proposta bene. Ho partecipato quando ero bambina e poi, a 18 anni, sono entrata come istruttrice. Credo che sia un’esperienza che mette a dura prova un allenatore: ci si confronta con bambini che praticano quel determinato sport durante l’anno (e quindi vogliono farlo), ma anche con chi preferisce fare altri tipi di attività. È una sfida che ti forma: se fai questo, puoi fare qualsiasi cosa!” (Ride).

A 18 anni si è ancora giovani per gestire attività come queste. Quali sono state le maggiori difficoltà che hai dovuto affrontare nelle prime settimane da istruttrice?
“Farsi valere in gruppi molto numerosi non è facile. E il fatto di crescere (come età) mi ha aiutato molto. Ti ritrovi alle prime armi con bambini esuberanti: puoi avere tutte le basi tecniche, ma se non riesci a tirare fuori la voce, esprimersi sarà dura. Una cosa fondamentale per me è far capire ai ragazzi che in quel momento sono lì per loro: una persona che vuole aiutare a migliorare, non comandare.”

Come ti trovi con i colleghi del team di atletica?
“Il grande problema del nostro settore è che ogni anno siamo alla ricerca di nuovi istruttori. Ma quest’anno si è creato davvero un bel gruppo. Ci aspettiamo dopo gli allenamenti, ci aiutiamo e cerchiamo di pensare come un gruppo. Nella negatività del periodo, siamo riusciti ad arrivare a punti di incontro e a trovare la positività giusta.”

Atletica è uno degli sport ancora “in vita” grazie agli ultimi DPCM. Come stanno procedendo gli allenamenti?
“Quest’anno i bambini ci ascoltano moltissimo. Non so per quale motivo, ma forse è proprio la voglia di uscire di casa. Vengono volentieri perché per loro rappresenta un momento di sfogo. Credo che sia proprio per questo che abbiamo deciso di stringere i denti e dare la possibilità ai nostri ragazzi di continuare ad allenarsi.”              

Clarita Ferri 

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