Matteo Ciresa
Vicepresidente della ASD San Paolo Valeggio
NOME: Matteo
COGNOME: Ciresa
CLASSE: 1975
LAVORO: Tecnico su apparecchiature di radiologia
CARICA: Vicepresidente
SPORT: Calcio, Tennis
HOBBY: Corsa, Falegnameria
Matteo Ciresa, 45 anni di sport e 10 anni di operato all’interno della San Paolo, prima come segretario e oggi come Vicepresidente, nonché uno dei fondatori del “Calcio a 5”. E un debole per tutto ciò che si possa definire ‘sport’. “Sono uno sportivo per natura. Lo sport mi piace a 360 gradi”. Grande amante del paesaggio che Valeggio offre, Matteo viaggia molto, ma sempre con la consapevolezza di aver trovato la propria casa in questo splendido paesino veronese. Due grandi passioni oltre allo sport? Falegnameria e alpinismo. E una vita dinamica al 100%, che non prevede scuse di fronte ad una corsa o ad una partita di tennis con gli amici. Perché, come dice Matteo, “Lo sport è anche introspezione. Passare del tempo con me stesso e capire quali sono i miei limiti è qualcosa che mi attira molto”.
Matteo, in due parole, di cosa ti occupi all’interno della San Paolo?
“Attualmente mi occupo della parte di contabilità con ‘Teamartist’, un software che utilizziamo da qualche anno e che ci ha reso la vita più facile. Cerco di aiutare il presidente nelle varie attività e posso dire che abbiamo fatto grossi progressi.”
Quali sono questi miglioramenti?
“Siamo passati da una gestione scarna a una regolarizzazione di ogni aspetto organizzativo: oggi il motore della polisportiva è ormai instradato ‘con pilota automatico’, potremmo dire. Pian piano i soci si sono abituati alle nuove dinamiche e ultimamente abbiamo dato la possibilità di fare tutto da casa: pagamenti online, verifica delle iscrizioni e ricevuta digitale. Abbiamo messo in piedi un nuovo sistema per ottimizzare le cose.”
Oltre a questa attività all’interno della polisportiva, hai avuto altre esperienze di volontariato?
“Sono stato in Africa quattro mesi con la mia compagna, in Mozambico. Lei lavorava per un progetto di salute, mentre io davo una mano a livello pratico: aiutavo con lavori di costruzione in un centro di salute in una zona remota della foresta e nel frattempo lavoravo in una falegnameria. Mi piace molto viaggiare. Ho viaggiato tanto per lavoro e oggi sono un po’ combattuto fra viaggiare e godermi la casa. Sono saturo, ma non disdegno i viaggi.”
Qual è stato il viaggio che ti è rimasto nel cuore?
“Oltre a quello in Africa, forse un viaggio di qualche settimana in Messico con alcuni amici. Nel 2002 sono stato un anno e mezzo in America per lavoro, ma l’ho vissuta sempre pensando che il mio futuro sarebbe stato in Italia, a Valeggio. Sono sempre stato legato alla mia famiglia e al mio paese.”
Cosa ti piace di più di Valeggio?
“Io amo Valeggio. La cosa che mi piace di più è l’aspetto paesaggistico. Il fatto di andare lungo il Mincio o sulle colline… cose che chi abita in città non può godersi. Quando sono in giro per l’Italia per lavoro e mi chiedono dove abito, quasi tutti conoscono Valeggio e mi invidiano. Andare a fare una corsa la sera o la mattina presto a Borghetto, lungo il Mincio, per me è impagabile.”
C’è tanta energia in te. Hai molte passioni?
“Non riesco a stare fermo. Da qualche anno ho la passione per la lavorazione del legno e sto cercando di dedicargli più tempo, seguendo una scuola serale di falegnameria in provincia di Brescia due volte a settimana. Un’altra grande passione è la montagna: qualche anno fa ho fatto un corso di alpinismo e oggi, se mi capita, vado volentieri a fare una scarpinata, con o senza neve. L’ambiente della montagna è quello in cui mi ritrovo di più.”
Rispetto a molte persone della tua età, sei molto attivo. Qual è il tuo segreto?
“Lo sport è essenziale nella mia vita. È parte di me, sia a livello di benessere fisico che mentale. Aiuta a liberare le tossine, a stimolare il pensiero. A volte torno stanco dal lavoro e, anziché riposarmi sul divano e svegliarmi più stanco di prima, vado a farmi una corsa per combattere la sedentarietà del lavoro in ufficio.”
Se dovessi provare uno sport oggi, quale sceglieresti?
“Premesso il fatto che mi è sempre piaciuto, oggi sicuramente non sarebbe uno sport di squadra. Mi piace molto l’aspetto del rapporto con se stessi. Probabilmente oggi dedicherei più tempo alla corsa, mentre il tennis è un passatempo e un divertimento. Mi piace vivere lo sport così come viene, ho un approccio molto aperto.”
Come dovrebbero vivere lo sport i giovani d’oggi?
“Come un gioco, perché se manca la componente del divertimento non si va molto lontano. L’importante è fare sempre ciò che ci appassiona, senza vergogna: se a un bambino piace fare ginnastica artistica anziché calcio è giusto che la faccia. Ognuno deve inseguire i propri sogni e le proprie passioni. E, soprattutto, deve farlo con spensieratezza. Poi se emergono talento e capacità, servono impegno e dedizione per raggiungere i propri obiettivi.”
Clarita Ferri