VALERIA MARCONI

17 Febbraio 2021 | Clarita Ferri

Valeria Marconi
Allenatrice di Atletica della San Paolo Valeggio

NOME: Valeria  
COGNOME: Marconi
CLASSE: 1981
RESIDENZA: Castelnuovo d/G
LAVORO: Insegnante di Scienze Motorie
CARICA: Allenatrice di Atletica
SPORT: Atletica

Valeria: insegnante, allenatrice e, soprattutto, mamma. Il suo passato è una collezione di ottimi risultati scolastici, tra cui una laurea e un dottorato, ma anche di grandi traguardi sportivi. La sua soddisfazione più grande, però, è seduta in braccio a lei: due figli, Leonardo e Gabriele. Perché sì, essere mamma non è facile, ma è un grande gioia. E tra una riunione d’istituto e l’altra, Valeria riesce sempre a ritagliare del tempo per i suoi piccoli, con pazienza e semplicità, due qualità che contraddistinguono il suo lavoro anche a scuola e in pista.

Valeria, che percorso di studi hai intrapreso?
“Ho studiato Scienze Motorie all’università e ho trascorso qualche mese in Belgio per un dottorato di ricerca. Ho speso molti anni per questa parte accademica: mi sono occupata nello specifico di analisi biomeccanica ed energetica del cammino nei bambini affetti da paralisi cerebrale. Nell’ambiente universitario ho continuato questa ricerca nel campo della disabilità.”

Con quali fasce d’età ti sei interfacciata?
“Ho lavorato con studenti universitari, per poi approdare anche in un asilo nido. È bello avere questa visione d’insieme per capire come sono organizzati i vari ordini scolastici. Ora sono alle medie e sono contenta. Questa è la fascia d’età in cui l’insegnante di educazione fisica può incidere parecchio nell’indirizzare i ragazzi verso gli sport per i quali sono più portati. Alle superiori, invece tanti hanno già scelto (o abbandonato) il proprio sport.”

Quando hai deciso di iniziare ad allenare?
“Mi mancava la parte tecnica e pratica della mia formazione, ovvero la relazione con le persone. L’università mi stava stancando ed è capitata una chiamata da una scuola paritaria. Da circa dieci anni sono nell’ambito scolastico, ma non ho mai abbandonato del tutto l’ambiente sportivo. Ho allenato a Valeggio per alcuni anni, ma anche a Verona e Lugagnano. Ho collaborato per un anno come istruttrice di minivolley e ho frequentato un corso di pallamano all’università (di cui purtroppo non ho usufruito).”

Pratichi atletica da quando eri piccola o è una passione recente?
“Ho iniziato a Valeggio quando ero alle scuole medie. Devo molto a Katia, che mi ha sempre sostenuto: se non ho mai mollato è anche grazie a lei. Mi ero specializzata nel salto in alto, ma ci sono stati anni in cui non riuscivo a muovermi dalle mie misurazioni e a migliorare, ma non ho mai smesso. Ho sempre praticato atletica perché ero particolarmente portata e sono stata contattata anche da società fuori Verona: ho gareggiato per una società trentina e per una toscana”.

Le tue gare più belle?
“Non ho avuto una carriera da professionista, ma ci sono andata molto vicino. Le gare più importanti per me sono sempre stati i campionati italiani assoluti, nei quali ho anche conquistato due podi. Mi sono presa qualche soddisfazione. Ho gareggiato fino ai 30 anni: uscivo dall’università e ogni momento era buono per allenarmi.”

Cosa ti preme trasmettere ai tuoi allievi?
“Sia come insegnante che come allenatrice, credo sia importante che i ragazzi sperimentino il successo e il fallimento. Per raggiungere un obiettivo servono impegno e sacrificio, ma anche resilienza. Devono maturare la capacità di incassare colpi nel momento dell’insuccesso (perché, purtroppo o per fortuna, esiste sempre). Ci sono molti ragazzi dotati che smettono perché non sono in grado di gestire questo momento delicato. Ed è un peccato.”

Sei soddisfatta del tuo lavoro?
“Il mio lavoro mi piace molto. Nonostante ci siano molti esperti che si dedicano con impegno alla ricerca, in Italia, purtroppo, non si investe particolarmente in questo settore. All’estero questo aspetto è molto curato, mentre qui non c’è la giusta attenzione sul ‘come’ proporre determinate attività dal punto di vista pedagogico.”

Essere mamma non è sempre facile. Riesci a ritagliare del tempo per te stessa?
“Con due bambini il tempo a disposizione è sempre poco, ma io e il mio compagno riusciamo a gestire tutto. Lui è un maestro di sci e quindi, appena possiamo, portiamo i piccoli sulla neve con il bob oppure semplicemente fuori per qualche giretto (abbiamo tutte le biciclette immaginabili!). CI piace andare in montagna, camminare, viaggiare, leggere, guardare film e dedicarci al giardinaggio. Devo dire ‘ci’ piace perché il tempo più prezioso lo passiamo sempre insieme.”

Da quando sei diventata mamma, il tuo approccio all’insegnamento è cambiato?
“Mi sono fatta anch’io questa domanda. In realtà sono molto paziente con i miei ragazzi e il mio obiettivo è sempre stato quello di creare buone relazioni. Ma sicuramente qualcosa è cambiato, soprattutto in termini di consapevolezza. Ho sempre avuto questo modo di fare, ma ora mi interfaccio spesso con le famiglie. Quando mi trovo di fronte ad un genitore, mi rendo conto di quanto sia importante l’aspetto familiare che ruota attorno ad un bambino. Provo molta empatia in questo senso.”

Clarita Ferri 

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