MARY MATTINZIOLI

07 Aprile 2021 | Clarita Ferri

Mary Mattinzioli
Istruttrice di Spinning della San Paolo Valeggio

NOME: Maria Grazia
COGNOME: Mattinzioli
CLASSE: 1965
RESIDENZA: Valeggio s/M
CARICA: Istruttrice di Spinning
SPORT: Spinning

Maria Grazia. Battezzata ormai come ‘La Mary’. 56 anni, e come li porta! Un fisico da paura e occhi sorridenti sono il risultato di una vita all’insegna del movimento, seppur con tanti ostacoli. Una vita vissuta sempre “in sella”, perché la Mary e la sua bici sono una cosa sola. Istruttrice di Spinning per la San Paolo dal 2003, Mary scopre questa passione all’età di 40 anni e lascerà per sempre la macchina in garage. Per lei, bici è sinonimo di libertà: “È sempre stata la spalla su cui piangere e su cui poter contare anche nei periodi peggiori. In bici ho scoperto posti meravigliosi che non pensavo esistessero. E ho vissuto i momenti più belli. Quando parlo di bici non capisco più niente.” E, tatuata sulla sua pelle, c’è la catena di una bicicletta avvolta attorno ad un cuore.

Mary, quando è iniziata questa passione sfrenata per la bici?
“Tardi. Andavo spesso a correre, ma verso i 40 anni sono iniziati i dolori alle gambe, reumatismi che mi porto avanti fin dall’infanzia. E, piano piano, ho iniziato a pedalare. Oggi sono istruttrice di Spinning nella San Paolo dal 2003 e collaboro con la Barbieri per la Mountain Bike.”

È stato difficile farti valere in un mondo prettamente maschile?
“Non è mai stato un problema per me. Sono nata in una famiglia di 5 figli. Mio papà per primo voleva un maschio, ma sono arrivata io. E quindi mi toccava andare a pescare, tagliare la legna e a 13 anni ero già in fabbrica a lavorare. La mia non è stata una vita facile. La mountain bike all’epoca era più maschile, ma ora ci sono molte donne che si avvicinano al ciclismo e che svuotano i negozi di biciclette.”

Quando eri più giovane come ti tenevi in forma?
“Alle medie correvo alle campestri, grazie agli insegnamenti di Katia, la mia salvezza. Poi è arrivata la scoliosi e ho dovuto cedermi alla ginnastica correttiva. A 23 anni ho iniziato a fare pesistica. La nascita di mia figlia Monique è stata la mia fortuna: con lei ho iniziato a seguire il settore di taekwondo e nel frattempo andavo a nuotare. Facevo Triathlon per conto mio: andavo in bici in piscina e mi prefissavo di fare 100 vasche in un’ora. Nella corsia maschile, ovviamente, così ero costretta a spingere, senza perdermi in ‘ciacole’. Oggi non posso fare a meno della bici.”

Hai pedalato anche in gara?
“Sono ferma da un anno, ma ho vinto qualche maglia in diverse competizioni. La gara mi dà la carica. I miei amici dicono sempre: ‘Quando si mette il numero, la Mery non c’è più’. Ed è proprio così. Iniziando a 40 anni, sono sempre rimasta con la mentalità del ‘se cado mi faccio male’. Ma, come dico ai miei bimbi, ‘se non ce la fai, piuttosto smonta, urta quella bici e vai!’.”

Dall’atrio ti sentiamo urlare “uno, due, uno, due…”: com’è una lezione di spinning?
“Vado a sentimento. Una volta mi sono preparata una lezione scritta. Mai più. In sala spinning porto la mia esperienza e le mie uscite. E la mia musica. Si sceglie insieme un CD e in base alla musica (Afro, Anni ’80 e così via) imposto la lezione. Quando mi parte l’embolo, non capisco più niente: mi sale l’adrenalina. Se mi vedono arrabbiata nera o con una lattina di Energy in mano, si preparano al peggio. (Ride). La mia non è la classica lezione di spinning: è ‘Spin Bike Aerobica’: facciamo 50 minuti di pedalata abbinata ad esercizi per le braccia e almeno 10 minuti a terra di stretching e addominali per completare. Ci sono molti ciclisti con gambe sode, ma con un filo di pancetta: in realtà servono soprattutto postura e muscolo, anche nelle braccia.”

Qual è la ricetta giusta per avere un fisico come il tuo (e alla tua età)?
“Penso sempre che se vuoi, puoi arrivare ovunque. Tutto parte dalla testa. Poi servono una base di pesistica, un’alimentazione equilibrata, lavoro aerobico e tanta (ma tanta!) costanza. Negli ultimi anni ero pelle e ossa: vivevo male, perché il nervoso e l’ansia mi corrodevano. Ora mi vedo cambiata: più rilassata e serena. E non sono mai ferma.”

Oggi si crede che gli integratori alimentari facciano la differenza. È così per te?
“Non ho mai preso nulla ed è stato l’errore più grande della mia vita. Vado dal dottore solo quando sono alle assi (ma quella volta che ci vado, c’è da aver paura!). In questo periodo prendo le proteine ogni mattina e gli amminoacidi quando ho in programma giri lunghi. E sento che sto bene: mi aiutano con i crampi e con i dolori dovuti all’età. I dolori ti ricordano di essere vivo, ma il corpo umano è una macchina che si consuma e va tenuto bene.”

Quante ore al giorno passi in sella?
“Una media di 3 ore al giorno. Poi dipende dai chilometri che voglio fare. Mi piacciono le uscite in compagnia, ma certi allenamenti (quelli tosti) li devo fare da sola. Poco tempo fa sono salita a Punta Veleno e non mi ha fermato nemmeno il ghiaccio.”

Sei contenta della persona che sei oggi?
“Sì. Ho dato tanto agli altri e, a volte, mi dico ‘brava’ da sola. E le gratificazioni le ricevo in molti modi: dal genitore che mi chiede ‘Segui tu mio figlio vero?’ all’adulto che mi saluta e mi ringrazia per strada. Nel gruppo di Spinning ci sono persone che arrivano non solo da Valeggio. E questa, per me, è una grande soddisfazione, perché mi fa pensare che, probabilmente, le nostre lezioni sono divertenti e valide. Ci metto sempre il cuore e la mia bici è parte di me.”                                             

Clarita Ferri  

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