Roberto Preosti
Allenatore di Basket della San Paolo Valeggio
NOME: Roberto
COGNOME: Preosti
CLASSE: 1976
RESIDENZA: Povegliano Veronese
LAVORO: Agente nel ramo alimentare
CARICA: Allenatore di Basket
SPORT: Basket
Roberto Preosti, o meglio, “Roby”: c’è chi lo conosce e chi mente. 45 anni e una storia che ruota attorno al suo primo vero amore: lo sport. Quello con la San Paolo è un rapporto che dura da molto tempo e, soprattutto, vissuto a 360 gradi: allenatore di basket, consigliere e organizzatore dei centri estivi, Roby porta avanti i valori di famiglia: “Credo di aver fatto i percorsi giusti nella vita. Ho frequentato gli ambienti della parrocchia, del Grest e dello sport. Valeggio è casa mia”. E tutto questo sfocia in un grande sogno: quello di far rivivere a suo papà la passione per lo sport. “Un sogno per la famiglia.”
Roby, quali sono stati i passi principali della tua gioventù?
“A scuola ero un ‘musso’, ma ho frequentato l’ISEF e ho conseguito un diploma in psicomotricità. Ho giocato a calcio fino al 1992, per poi innamorarmi del basket. Ho allenato a calcio, ma da quando è stato costruito il palazzetto nel 2000 sono sempre stato allenatore di basket. La passione per questo sport la devo sicuramente a mio fratello Massimo che mi ha incoraggiato a provare. Ho giocato dai 20 ai 35 anni (quando ho smesso per problemi alla schiena), ma sono stati 15 anni pieni di risultati. Ho portato squadre in serie D e C e mi sono tolto qualche soddisfazione anche come giocatore, vincendo tornei e campionati.”
Cos’è per te questo lavoro?
“È la mia vita. Mio papà è sempre stato allenatore di calcio e mia mamma, per stare con lui, lo seguiva il sabato e la domenica con le partite. Ho portato avanti i valori di famiglia: valori di amicizia e rispetto che, insieme a Filippo Rigo e Matteo Ciresa, stiamo coltivando dai tempi del ricreatorio parrocchiale. Io sono la parte sinistra del cuore, quella sentimentale, mentre mio fratello quella razionale (fa il banchiere). Da mia mamma ho appreso cosa significa coltivare buoni rapporti e voler bene alle persone. Mio papà mi ha sempre trasmesso questa passione per lo sport e per l’organizzazione, come per esempio quella dei centri estivi. È molto pignolo, un disegnatore meccanico che fa ancora le firme con il righello sotto!”
Come ti trovi a lavorare con i bambini?
“È una cosa che adoro. Lavoro con i bambini da quando mi sono diplomato e per me è più un divertimento che un lavoro. Dopo una giornata intensa, venire qui ad allenare i ragazzi è un momento di svago per me. In giro per Valeggio trovo spesso persone che ho allenato quando erano piccole e a volte mi ritrovo a lavorare fianco a fianco con loro ai centri estivi: è una grande soddisfazione.”
Il valore numero 1 che vuoi trasmettere ai bambini?
“Quando si entra in palestra, qualsiasi sport si pratichi, si deve imparare a stare al mondo. Quando si ha a che fare con età importanti, come ragazzi delle elementari e delle medie, vanno trasmessi dei valori quali l’educazione e il rispetto.”
Qual è la cosa fondamentale per essere un allenatore?
“Il segreto è che ti deve piacere quello che fai. Io mi sento molto fortunato da questo punto di vista: come Maradona ha trovato la sua vocazione per il calcio, o come Jordan per il basket… anch’io ho trovato quello che mi piace fare. Mi sento nato per stare con i bambini. Ho la capacità di affezionarmi a loro come se fossero figli miei.”
Cosa fai quando non alleni?
“Fino all’anno scorso insegnavo presso scuole materne ed elementari con progetti del Coni. Dall’anno scorso ho iniziato a lavorare nell’azienda della mia compagna: generi alimentari ‘La Contrà’ di Villafranca. Faccio consulenza presso ristoranti e pizzerie per far conoscere i prodotti della nostra azienda.”
Come passi il tuo tempo libero?
“Ascolto musica e vado a passeggiare con il mio cane. Sono di compagnia: mi piace uscire con gli amici per un aperitivo. In questo momento ho trovato la compagna ideale, quindi passare il weekend a casa non mi dispiace. Tutto sommato, ho vissuto bene la quarantena, a casa mia e con la persona giusta.”
Qual è il tuo ruolo all’interno del direttivo?
“Ora sono consigliere e referente per centri estivi, attività nelle scuole e judo. Nel direttivo siamo persone giovani che mettono impegno in tutto ciò che fanno. Durante la quarantena abbiamo organizzato parecchi direttivi online e non è stato facile. Ma ognuno porta il suo contributo per migliorare la nostra polisportiva.”
Il basket sta ripartendo, ma nel periodo di chiusura per COVID siete riusciti a rimanere “vicino” ai ragazzi?
“Ci abbiamo provato. Abbiamo organizzato qualche allenamento all’aperto al parco Ichenhausen di Valeggio oppure online per rimanergli vicino. Qualche settimana fa abbiamo ripreso le attività: il numero di bambini è calato (su 40 ora ne abbiamo circa un terzo), chi per problemi economici, chi per paura. Speriamo di poter proseguire, perché ricominciare è importante.”
Qual è il tuo sogno più grande?
“Riuscire a riportare mio papà nel mondo dello sport, un mondo che gli appartiene da sempre. Ha tanta esperienza come allenatore di calcio. Vorrei riaccendere questa sua passione, in ricordo di mia mamma. Alla sua morte, la polisportiva ha scritto una bellissima lettera che abbiamo posto nella sua bara. Per questo vorrei che mio papà potesse entrare nella San Paolo: è il mio sogno, per la mia famiglia.”
Clarita Ferri